Lo si può definire il personaggio più completo dell'ottocento padovano. Più giovane del fratello Paolo, nasce a Padova il 27 dicembre 1818. Anch'egli conosce le difficoltà economiche. Gli eventi fortunosi della Prima Guerra d'Indipendenza lo portano a svolgere l'attività di chirurgo presso la divisione del generale D'Apice, posta a guardia dei valichi alpini. Dopo la sconfitta di Novara, torna a Padova, dove gli viene tolta dall'Austria la cattedra. Esercita la professione come privato chirurgo, prodigandosi per gli ammalati poveri. Accetta di curare i feriti austriaci Avvenuta l'annessione del Veneto all'Italia, viene nominato professore ordinario di clinica chirurgica. Nel '67 preside e fondatore dell'''Associazione di Soccorso ai militari feriti o malati in tempo di guerra"; nel '70, invitato alla cattedra di Roma, rifiuta per amore a Padova. Nel '77 combatte su campo nazionale una battaglia per l'abolizione degli spettacoli pericolosi, denunciandoli come insulti alla civiltà. Per la sua fama è chiamato per operazioni chirurgiche in Iugoslavia, Grecia, Turchia ed Egitto. Numerose le sue pubblicazioni. Sul piano filosofico non aderisce al positivismo; ma, come sottolinea Giacomo Zanella nella commemorazione, è credente in Dio, dando sublime esempio di cristianesimo generoso. Per due volte rettore dell'Università, muore il 19 marzo 1880 di polmonite, contratta nell'adempimento del dovere. Per la proverbiale generosità, per gli onorari modesti con tutti, lascia la famiglia in condizioni economiche poco floride. Senza precedenti sono le manifestazioni di cordoglio della città.
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